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SCS: il Sistema di Credito Sociale – oltre la sorveglianza.

Abbiamo già discusso in un precedente articolo l’evoluzione del concetto di privacy, soprattutto con un occhio di riguardo alla privacy online. Abbiamo sostenuto che proprio sul concetto di “privacy online” emergono idee contrastanti. Da un lato c’è chi sostiene che, finché la sorveglianza digitale serva a scopi di sicurezza o a promuovere il benessere sociale ed economico della collettività, il controllo digitale dei dati è apprezzato e sostenuto. Con particolare riguardo alla salute pubblica e all’attuale situazione pandemica.

Dall’altro lato della medaglia, tuttavia, la pervasività e l’onnipresenza della sorveglianza digitale suscitano ansie e malesseri. Una ricerca condotta nel 2013 rivela che i soggetti intervistati consideravano le possibili violazioni dei loro dati più o meno gravi a seconda del contesto di raccolta. L’accesso ai contenuti delle loro mail o foto li avrebbe inquietati più del tracciamento delle loro ricerche su internet.

Ma cosa accadrebbe se la sorveglianza digitale oltre a raccogliere dati sul proprio conto influisse sulla quotidianità delle nostre azioni, vincolando o ampliando le nostre scelte?

A tal proposito in questo articolo andremo ad approfondire un tema molto attuale ma ancora non ampliamente dibattuto e sconosciuto a molti, ovvero il SCS: il Sistema di Credito Sociale.

1. Cos’è il Sistema di Credito Sociale?

Questo breve video della NBC News ci offre una prima panoramica introduttiva sul Sistema di Credito Sociale. Questo sistema si basa su un punteggio che il governo assegna ad ogni cittadino e che stabilisce l’affidabilità di ciascuno di essi. Il punteggio influenza tutte le azioni del quotidiano, poiché in base ad esso il sistema ti permette o ti impedisce di effettuare delle scelte.

Alla base del Sistema di Credito Sociale c’è l’intelligenza artificiale che si fonda sugli algoritmi implementati utilizzando i Big Data. Questi dati aggregati vengono raccolti dalle oltre 200 milioni di telecamere di sorveglianza sparse per tutta la nazione.

Il paragone con Black Mirror, la serie televisiva britannica, è subito lampante (dopo ci ritorneremo). La serie è ambientata in un futuro non troppo lontano, che ormai si mescola alle nostre esperienze quotidiane. L’adozione del Sistema di Credito Sociale sembrerebbe infatti immergerci all’interno di uno degli episodi di queste serie distopica.

2. La serie: 3%

Tuttavia, un altro paragone di stampo cinefilo che ci terrei a proporti, è quello con la serie televisiva brasiliana 3%.

Questa serie è ambientata un futuro ipertecnologico, in un mondo ideale e utopico (forse ancora per poco) che si vede diviso in due realtà contrapposte. Da un lato abbiamo l’Entroterra – un’enorme favela che costringe a vivere le persone in una condizione di miseria e penuria, dove beni di prima necessità come acqua e cibo sono carenti e in cui dilagano senza controllo povertà e criminalità. Dall’altra parte della medaglia vediamo l’Offshore – un mondo ideale ed ipertecnologico al quale tuttavia soltanto il 3% della popolazione può accedere. Il lato migliore del mondo è abitato soltanto dall’élite della società, da coloro che sono considerati superiori, puri e privi di difetti. Soltanto questa cerchia ristretta di individui può ritenersi degna di popolare questo mondo perfetto ed elevarsi a modello comportamentale.

 2.1 3% – Il parallelismo con il Sistema di Credito Sociale

Non è forse quello che la Repubblica Popolare Cinese sta cercando di effettuare elevando a modello ideale un “cittadino perfetto” caratterizzato da good habits e ligio alle regole imposte dal governo?

Comportarsi bene ed essere nella “parte buona” della società comporta dei privilegi per quella parte elitaria dei cittadini, che tuttavia che continua a perpetuare e relegare coloro che non possiedono un punteggio elevato in una condizione di inferiorità e di distacco sociale.

È questo un modello funzionale di meritocrazia o un ulteriore meccanismo per ghettizzare una parte della popolazione che parte già in una posizione di svantaggio?

“I think the system is working as a warning or an alert to push people to be a good person” sono queste le parole di una cittadina cinese nel servizio della NBC News.

In 3% come in Cina, a dividere questi due mondi, queste due realtà antitetiche, non è nessun merito di nascita o di sangue, ma l’attitudine e la disciplina. A fare la differenza è la propria determinazione ad essere un cittadino migliore, il prototipo ideale che tutti dovrebbero prendere ad esempio.

In 3% per accedere all’Offshore ogni anno viene organizzata una selezione chiamata Processo. Questa selezione si basa su una serie di prove fisiche, mentali, logiche, comportamentali e psicologiche per eleggere l’élite della società.

In Cina questo “Processo” è chiamato SCS – il Sistema di Credito Sociale – e si fonda su un punteggio assegnato a ciascun cittadino per tutta la durata della propria vita. Si basa appunto su un sistema di meriti e sulle proprie abitudini e comportamenti. E la cosa assurda è che molti cittadini sembrano essere d’accordo con tale sistema.

This blows my mind!

Ma come ha avuto origine l’idea di questo sistema di credito sociale? Andiamo a scoprirlo!

3. Le origini del Sistema di Credito Sociale

La Cina è passata in breve tempo da condizioni di estrema povertà all’essere una delle potenze economiche più fiorenti e sviluppate al mondo. Tuttavia, lo sviluppo sociale non è andato di pari passo allo sviluppo dell’economia, rimanendo indietro e creando un gap caratterizzato da mancanza di fiducia.

La Repubblica Popolare Cinese (RPC), infatti, vede susseguirsi una serie interminabile di episodi legati a frodi, criminalità, e corruzione. Questi episodi violenti sono in parte collegati ed una scarsa attuazione delle leggi. È in questo quadro caotico, confusionario e sregolato che l’amministrazione di Xi Jinping (leader supremo della Cina nonché presidente della Repubblica popolare cinese dal 2013) ha deciso di portare avanti una battaglia contro quelli che vengono chiamati “comportamenti che infrangono la fiducia”. Per fronteggiare queste problematiche criminali che affiggono la Cina Xi Jinping ha deciso di mettere in campo tutte le nuove scoperte tecnologiche per aprire le porte a tutte le novità che la digitalizzazione ha permesso di raggiungere in questi ultimi decenni.

3.1 La gestione sociale e il concetto di affidabilità

Su questi presupposti l’amministrazione Xi Jimping basa il ​​concetto di “gestione sociale”. Ed è proprio questo concetto il perno cardine che porta all’ideazione del Sistema di Credito Sociale. Il fine ultimo è quello di costruire una società socialista il più possibile rispettosa delle leggi e permeata di senso civico.

La costruzione di questo stato socialista ideale è stata resa possibile grazie all’implementazione e al massiccio impiego delle nuove tecnologie. In particolare per ciò che concerne la sorveglianza.

È infatti possibile senza alcuno sforzo e praticamente in tempo reale, attraverso uso combinato dei dataset disponibili al governo e la condivisione delle informazioni personali, la costruzione del profilo di ciascun cittadino. A partire dai comportamenti quotidiani se ne delineano l’affidabilità (o al contrario la non affidabilità).

È a partire da questo principio per garantire sicurezza alla nazione che il Consiglio di Stato cinese nel 2014 ha pubblicato un piano per definire una scaletta di pianificazione al fine di mettere in piedi il sistema di credito sociale.

Sono proprio i big data che sono messi al servizio degli obiettivi della RPC. Con “Credito Sociale” si intende all’interno di questo contesto un punteggio assegnato ad individui, organizzazioni private e organi pubblici che ne definisca il livello di affidabilità.

Questi soggetti potranno quindi godere di vantaggi in tutti gli ambiti della vita se si comportano in maniera ligia alle regole, e quindi affidabile. Al contrario saranno soggetti a sanzioni, restrizioni ed addirittura punizioni se metteranno in atto condotte ritenute immeritevoli e che compromettano la quiete della società.

È lo stesso Xi Jimping ad affermare che “coloro che saranno ritenuti degni di fiducia potranno andare ovunque, mentre quelli che violano la fiducia non saranno in grado di muovere un solo passo”.

3.2 Due mondi in conflitto

Sebbene si tratti di un ambizioso progetto di controllo governativo e si sia sviluppato contemporaneamente in diverse province, il Sistema di Credito Sociale al momento attuale non possiede una chiara e delineata legislazione nazionale. Questo perché, per come è stato pensato e ideato, il SCS mette in discussione tutti i pilastri fondamentali dell’ordinamento giuridico e del concetto stesso di Stato di diritto. Per tale ragione risulta quindi difficile pensare ad una legislazione che riesca ad amalgamare ed accogliere i principi del Sistema di Credito Sociale.

3.3 Antinomie tra SCS e legislazione

Si parla dunque di due sistemi in conflitto: da un lato il l’introduzione del Sistema di Credito Sociale e dall’altro la preesistente legislazione nazionale.

Un primo punto di scontro avviene con l’introduzione di nuove forme di punizione, parallele a quelle previste dalla legge.

Non solo, il SCS prevederebbe la cooperazione a più livelli tra i diversi istituti, dipartimenti e società, per valutare e raccogliere informazioni degli stessi enti e agenzie governative, assegnando quindi un punteggio di affidabilità e credibilità non solo ai singoli individui, ma anche alle persone giuridiche, quali gli organi di governo. In quest’ottica è il governo stesso ad essere nel mirino e sotto la lente d’ingrandimento di questo sistema di controllo, che possiamo ormai definire totalitario e pervasivo.

4. Gli obiettivi del Sistema di Credito Sociale

Con la messa in atto del piano di sistema di credito, l’amministrazione Xi Jimping si pone di raggiungere quattro obiettivi principali.

  1. In primo luogo troviamo la credibilità giudiziaria. L’attuazione di questo punto si traduce in un rafforzamento dell’esecutivo e la messa in atto di tutte le decisioni prese dai tribunali.
  2. Come secondo punto del piano di credito troviamo la sincerità commerciale. L’intento è quello di combattere le frodi e l’evasione fiscale, onde evitare un crollo finanziario. Da alcune indagini e ricerche del National Bureau of Statistics condotte nel 2012, è proprio la frode il secondo crimine più comune e maggiormente diffuso all’interno della Repubblica Popolare Cinese.
  3. Al terzo posto nel programma del governo compare tra gli obiettivi la sincerità sociale. Come già abbiamo avuto modo di analizzare, la Cina, a fronte della grande espansione economica (tutt’ora in crescita), ha avuto però un drastico crollo per ciò che riguarda la fiducia all’interno della società. Non è infatti caso raro che negli ultimi anni si siano registrati episodi in cui, a seguito di un incidente stradale, nessuno dei passanti testimoni dell’accaduto si sia fermato a prestare soccorso per paura di essere citati in causa come autori stessi dell’incidente. Non solo tra le altre tipologie di reato che è possibile menzionare e che hanno intaccato il clima di fiducia della società troviamo truffe, prodotti contraffatti, falsi codici d’accesso e QR code alterati per la fruizione di servizi pubblici e di uso collettivo quali bikesharing e molti altri.
  4. Infine, come ultimo punto cardine di questo progetto di controllo, compare la sincerità negli affari di governo. Questo punto, tuttavia, abbiamo già visto essere in contrasto con la legislazione attualmente vigente, poiché prevedrebbe che anche agenzie statali, enti amministrativi, compresi anche tutti gli organi che si occupano del Sistema di Credito Sociale stesso, intesi come organi dotati di personalità giuridica, siano soggetti agli stessi principi di controllo, e siano quindi considerati soggetti di credito.

In quest’ottica il SCS è stato innalzato come strumento utile per combattere la corruzione, che ormai dilaga all’interno degli organi governativi e legislativi. Questo potrebbe quindi a ristabilire una certa fiducia e serenità verso il governo da parte dei cittadini stessi, più incentivati ad accettare le stesse misure di controllo.

Dunque, tutti e quattro gli obiettivi appena visti sono considerati il perno centrale non solo come base per una migliore società civile che riesca a garantire la sicurezza in ogni sua forma, ma anche come spinta verso un’ulteriore crescita economica.

Il Sistema di Credito Sociale si pone come uno strumento per rafforzare la società civile e migliorarne i servizi in ogni settore della vita: lavoro, welfare, sanità pubblica, istruzione, trasporti e molti altri. Già da questa prima prospettiva possiamo carpire la pervasività che può assumere nel quotidiano di ogni singolo individuo.

5. Big Dataset al servizio del controllo

Ma com’è possibile mettere in atto un controllo tanto pervasivo? Come può permeare ogni aspetto della vita dei cittadini? Andiamo a fare un’analisi per capirlo meglio.

Al fine di mettere in piedi questo progetto, e man mano estenderlo su scala nazionale, sono state istituite delle nuove agenzie che si comportano come una vera e propria banca dati. Sono infatti queste agenzie ad occuparsi della raccolta e della conservazione di tutte informazioni inerenti al credito sociale di singoli cittadini e persone giuridiche.

Queste banche dati aggregano le informazioni raccolte grazie ai grandi dataset a loro disposizione, e li forniscono al governo. Sono esse stesse responsabili della completezza e della correttezza delle informazioni raccolte.

Tra i principi che dovrebbero guidare la racconta di informazioni troviamo il principio di veridicità, di obiettività e di necessità.

All’interno dell’ampio elenco di dati che queste agenzie riescono a carpire, troviamo le informazioni che riflettono il merito (o il demerito) di un soggetto verso la pubblica amministrazione e i servizi. Tra questi se è stato soggetto a sanzioni amministrative o multe, se ha rispettato la scadenza dei pagamenti, se effettua attività di volontariato o si è rifiutato di esibire i propri documenti d’identità all’autorità pubblica durante un controllo routinario, e molti altri.

Tuttavia, si stabiliscono anche dei limiti alla raccolta delle informazioni, anche se apparentemente solo su carta.  

I cosiddetti “dati personali”, ad esempio, non dovrebbero essere raccolti. Allo stesso modo dovrebbe essere vietata la raccolta dei “dati sensibili”: dati inerenti alla sfera religiosa, all’origine razziale ed etnica, dati genetici, dati relativi alla salute e al gruppo sanguigno, dati connessi a convinzioni politiche o alla sfera sessuale.

Tuttavia, non è mai stata data una chiara definizione a riguardo né per quanto riguarda i dati personali né per i dati sensibili, per tale ragione spesso la raccolta di dati si estende anche a queste ultime due categorie.

È dunque plausibile pensare che la raccolta di informazioni nell’ambito del SCS, non si limita a quanto stabilito inizialmente nei regolamenti pilota per far partire il progetto di credito.

Infatti, già nel 2016 è stato annunciato un più ampio ed esteso utilizzo dei big data per supportare il Sistema di Credito. L’utilizzo degli algoritmi di raccolta dati si estenderebbe anche ai dati amministrativi, alle informazioni mediche e alle cartelle cliniche, alle transazioni bancarie, al tracciamento degli spostamenti grazie all’utilizzo delle funzionalità di geotagging presenti sugli smartphone ed infine all’analisi dei comportamenti online basati sulle ricerche in internet e sul sentyment dei commenti sui social media.

5.1 Oltre la sorveglianza

Quello che si sta sino ad ora delineando è un concetto che va oltre la semplice sorveglianza a cui non tutti siamo abituati a pensare. Il tipo di sorveglianza in questione comporta l’impiego di un ampio uso di tecnologie digitali e set di dati. Potremmo definirla vigilanza ad ampio spettro o “dataveglianza” [dataveillance]. Questo tipo si sorveglianza si serve di telecamere e sensori digitali per raccogliere e conservare dati ed informazioni al fine di avere un ampio controllo su tutti i cittadini soggetti a queste verifiche.

Si può quindi affermare che è proprio in questo contesto che trova rilevanza l’utilizzo di big data, algoritmi, e l’analisi predittiva dei comportamenti. Affianco alla “dataveglianza” compare infatti una forma di vigilanza che si basa propriamente sull’utilizzo dei dati e delle tecnologie digitali, ovvero la sorveglianza algoritmica. Sono proprio gli algoritmi a giocare un ruolo fondamentale in questo processo, poiché vengono impiegati per prendere decisioni e fare previsioni sul valore (o disvalore) di alcuni cittadini rispetto ad altri. Questa stima è valutata non solo su comportamenti tenuti nel quotidiano, ma anche sulla base delle attività di consumo digitale di ciascuno di essi.

5.2 Algoritmi: verso una politica dell’esclusione?

Tuttavia, non è forse vero che questo tipo di sorveglianza così persistente e permeante, attraverso l’impiego delle tecnologie digitali, sia contribuendo a mettere paglia al fuoco, mantenendo e addirittura promuovendo una politica d’esclusione?

Certi gruppi sociali vengono categorizzati e additati come “Altro indesiderato”, vengono emarginati, lasciati ai confini della società e sono soggetti a maggiori controlli e restrizioni. Queste categorie sociali vengono identificate come “pericolose” o “a rischio”, ed escluse sulla base di questi fattori.

Si utilizza sempre più la locuzione di “sorveglianza ban-optica” per indicare più nello specifico l’uso dei dati per bandire o escludere certi individui e gruppi sociali da precisi paesi, aree o spazi pubblici. Non solo, si mira anche ad impedirne l’accesso al mondo del lavoro, dei servizi sociali e alla previdenza. Come vedremo questa realtà è sempre più vicina a noi, e il Sistema di Credito Sociale cinese ne è un esempio lampante.

5.3 La condivisione dei dati

Come ben sappiamo la sola aggregazione dei dati non basta. Per tale ragione un altro dei punti chiave per la riuscita e il mantenimento del funzionamento del Sistema di Credito Sociale è senza dubbio la condivisione dei dati. Questo flusso di informazioni, che per la maggior parte avviene a livello locale per mezzo di amministrazioni che interagiscono a stretto contatto e direttamente con i cittadini, deve essere costantemente alimentato e sostenuto per la buona riuscita del progetto.

Questo processo di messa in comune permette a dati ed informazioni di essere in continua interconnessione tra loro al fine di poter essere condivisi sia orizzontalmente che verticalmente. Possiamo quindi affermare che vi è un vero e proprio sistema di si scambio e collaborazione tra organi statali ed imprese, tra dipartimenti e regioni. Un sistema dove non vi sono mai canali muti me è in continua comunicazione.

Ciò che si è venuto a costituire a seguito di questa fitta corrispondenza di dati è una piattaforma nazionale che raccoglie le informazioni sul credito sociale da oltre 30 ministeri centrali e agenzie di dati, che riuniscono oltre 400 dataset.

È dunque per tutti facile capire come il Sistema di Credito Sociale stia cercando di permeare la vita di ogni cittadino condizionandola nella sua totalità. Non c’è movimento che tu faccia che non possa essere tracciato. Ogni azione lascia una traccia indelebile. E sono proprio queste tracce di dati a determinare l’affidabilità di ciascuno di noi, determinandone punizioni o premi.

6. Il sistema di punizioni e ricompense

6.1 Il quiz – Che tipo di cittadino sei?

Prima di scoprire il sistema di punizioni e premi e da cosa essi dipendono, tu che tipo di cittadino saresti? Pensi che i tuoi comportamenti e le tue abitudini ti possano ergere a cittadino modello, o anche tu saresti passibile di limitazioni? Scopriamolo insieme!

6.2 Il sistema delle liste

Già dalle prime bozze del progetto e dai regolamenti pilota è emersa come soluzione quella di applicare un sistema di “ricompense e punizioni comuni” basate sul credito sociale. A questo sistema partecipano congiuntamente tutti gli organi responsabili della raccolta di dati dei cittadini cinesi. Non solo dipartimenti e regioni, ma anche organi amministrativi, organi giudiziari, agenzie di banche dati ed associazioni finanziarie.

Come abbiamo precedentemente visto, dunque, è un sistema fortemente basato sulla collaborazione e sulla condivisione di informazioni inerenti a tutti gli ambiti del quotidiano. Alla base di questo meccanismo si è deciso di adottare un sistema basato su due liste: una lista nera e una lista rossa.

Questo sistema di classificazione dei nomi ha permesso di stabilire e scindere i cittadini encomiabili da quelli immeritevoli. Infatti, all’interno delle liste nere, o black list, sono elencati i nomi dei cittadini che hanno violato le aspettative dello stato, i cosiddetti “interruttori di fiducia” e quindi soggetti a privazioni e limitazioni. Mentre delle liste rosse, o red list, sono presenti i nomi di soggetti particolarmente affidabili e lodevoli.

Attualmente l’elenco di nomi della lista nera è composto per la maggior parte da parsone che non hanno portato a termine o non hanno eseguito del tutto alcuni degli obblighi imposti dal governo o da altri organi giudiziari che ne fanno le veci.

Tra i soggetti inadempienti possiamo trovare, ad esempio, coloro che, sebbene vincolati al pagamento di una mora o di un risarcimento, si siano sottratti al versamento di tale somma, nonostante siano in possesso delle facoltà economiche per eseguire tali transazioni monetarie.

Al momento l’unica modalità per vedere cancellato il proprio nome delle liste nere è regolare il saldo lasciato in sospeso con il governo o il tribunale che ha emanato la sentenza di risarcimento. Tuttavia, l’eliminazione definitiva dalle liste avverrà solo al trascorrere di due anni dal pagamento.

6.3 I registri online

Non solo, è anche possibile consultare online tutte le informazioni e i dati delle liste nere ed è permesso a tutti i cittadini darvi accesso. Sono infatti trattati come dati di pubblico dominio utili all’intera società.

Inoltre, sono proprio i tribunali che emanano le sentenze di colpevolezza ad incoraggiare i cittadini a consultare i registri online delle liste nere e utilizzare i proprii social media per diffondere le informazioni delle persone elencate all’interno di tali liste.

Tra i dati che è possibile reperire e visionare troviamo oltre ai nomi dei colpevoli, l’identificativo della carta d’identità, una foto segnaletica, il reato commesso e persino l’indirizzo di casa.

6.4 Le limitazioni

Ma cosa comporta essere iscritto all’interno delle liste nere?

Ovviamente essere menzionati nelle liste nere comporta anche una sottrazione di parte del punteggio di credito sociale, e questo può avere delle importanti conseguenze che possono influire sulla vita quotidiana.

È possibile arrivare facilmente a queste conclusioni prendendo in analisi questo breve video di VICE NEWS. Al minuto 3:00 si afferma che se il tuo punteggio di credito sociale scende anche di poco sotto i 1.000 punti si può incappare in serie limitazioni.

L’intervistato del video possiede 950 punti e, nonostante sia al di sotto del livello minimo di soli 50 punti, NON gli è permesso acquistare prodotti di alta gamma, biglietti aerei o biglietti ferroviari. Per tornare a casa è costretto a prendere l’autobus impiegando in media dieci ore, e questo influisce notevolmente sulla sua vita.

Possiamo quindi affermare che il sistema delle liste funge da sistema punitivo. Infatti, coloro il cui nome compare all’interno delle liste nere sono soggetti a sostanziali limitazioni. Oltre a quelle sopracitate possiamo menzionare anche l’impossibilità di prenotare o affittare una camera d’albergo o permettere ai propri figli di frequentare delle scuole private. E anche se sembra già utopico pensare a tali limitazioni, il Consiglio di Stato della Repubblica popolare cinese sta pianificando di ampliare il sistema di punizioni.

6.5 La subveglianza

In opposizione ai sistemi di sorveglianza algoritmica e dataveglianza sopracitati, entra qui in gioco un’altra tipologia di controllo, basata non sulle tecnologie digitali e sui dati, bensì sull’essere umano: la subveglianza [sousveillance].

Letteralmente significa “guardare dal basso” ed è proprio un concetto di sorveglianza basato sul controllo sociale. Sono i cittadini stessi ad esercitare una pressione sugli altri membri della società. La subveglianza riguarda il reciproco controllarsi dai cittadini comuni, per poter osservare e denunciare possibili abusi o comportamenti ritenuti scorretti.

Il governo cinese ha istituito delle vere e proprie figure all’interno dei quartieri che possano svolgere questo controllo dal basso. Vengono chiamati Information collector” o meglio, i raccoglitori di informazioni.

Questi raccoglitori di informazioni sono membri volontari pagati che si occupano di girare tra le varie zone alla ricerca di informazioni sugli altri cittadini. Delle vere e proprie spie di quartiere.

6.6 Naming e shaming

Un altro meccanismo punitivo ampiamente impiegato dal governo cinese è il cosiddetto naming and shaming ovvero un sistema basato sulla pubblica esposizione e umiliazione.

Nella società cinese è infatti molto importante l’idea di integrità morale della persona e della famiglia, per tale ragione è disdicevole subire tale onta e disonorare l’intero nucleo famigliare.

Il meccanismo di naming e shaming quindi viene utilizzato per svergognare pubblicamente coloro che non rispettano le leggi, in modo tale da esercitare ulteriore pressione sui rei e, allo stesso tempo, serve per ammonire e mettere in guardia i restati membri della società. Il fine è quello di disincentivare la popolazione a commettere reati e violare la legge per paura di essere umiliati pubblicamente.

Questa soluzione punitiva acquista un’importanza fondamentale poiché, utilizzata in unione con le liste nere, le informazioni sul credito sociale e il punteggio di ogni cittadino sono così messi a disposizione della collettività, creando una base di fiducia collettiva.

Tale meccanismo è fondamentale per stabilire quali sono i soggetti in cui riporre la propria fiducia, andando però così a marginalizzare ulteriormente coloro che sono esposti pubblicamente.

6.7 Ripercussioni del SCS sulla vita privata e lavorativa

Prendiamo adesso in considerazione gli echi nel quotidiano che porta con sé essere all’interno delle liste nere.

Per quanto riguarda l’attività lavorativa, nel caso di dipendenti pubblici e di personaggi politici, nel momento in cui tengono comportamenti scorretti tali da farli rientrare nelle liste, vengono notificate immediatamente le unità lavorative. Questo, è facile intuirlo, può impattare significativamente sulla vita lavorativa e sul percorso di carriera di ciascun dipendente.

Invece, per quanto riguarda le ripercussioni sulla vita privata citiamo in questa sede un caso particolare. In alcune contee si è iniziata a sperimentare una partnership che legherebbe i tribunali e le aziende di telecomunicazione.

Le compagnie telefoniche, infatti, sotto indicazione dei tribunali, hanno iniziato ad installare un messaggio di segreteria sui numeri di cellulare in possesso di coloro che erano all’interno delle liste nere. Questo messaggio notificava e informava il chiamante che chi stava chiamando non aveva rispettato la legge. Questo meccanismo è servito non solo come monito per i cittadini inadempienti, ma anche come strumento per convincere i cittadini a collaborare.

Anche in questo caso le ripercussioni sono facilmente intuibili. Questo sistema di notifica di segreteria ha rovinato non solo molte amicizie, ma anche parecchie relazioni amorose e familiari. Come abbiamo già avuto modo di vedere, l’integrità e l’onore del nucleo famigliare è fondamentale per la società cinese, e nessuno è fiero di avere un membro del proprio nucleo irrispettoso nei confronti della legge.

7. Realizzazione delle regole del Sistema di Credito Sociale

I primi passi in fase embrionale per la sperimentazione del Sistema di Credito Sociale sono stati effettuati a partire dal 2010. Questa prima fase ha avuto una portata limitata, coinvolgendo solo alcune contee cinesi. Per questo stadio di sperimentazione le amministrazioni locali, che rendevano conto al governo della contea, hanno valutato e calcolato un punteggio da assegnare a ciascun cittadino e le rispettive regole da far rispettare.

7.1 Decisione e attribuzione dei punteggi di credito sociale

Inizialmente è stato assegnato a ciascun individuo un punteggio di credito sociale pari a 1.000 punti. Questo era il punteggio più alto raggiungibile tramite questa scala valoriale. I cittadini con un punteggio di 1.000 punti rientravano sotto la categoria A. Tuttavia, a ogni effrazione e violazione delle norme e regole stabilite, i cittadini si vedevano scalare dei punti, sino a raggiungere una soglia minima inferiore ai 599 punti. I cittadini il cui punteggio rientra in questa fascia sono classificati nella categoria D.

Come abbiamo già avuto modo di vedere, rientrare in una o nell’altra categoria comportava vantaggi da un lato e limitazioni dall’altro, andando ad impattare significativamente sulla vita di ciascun soggetto.

Questo modello di classificazione categoriale da A a D sia stato abbandonato nel tempo. Tuttavia, è servito come esempio di base per le successive sperimentazioni di Credito Sociale. Infatti, conteneva già nella sua fase iniziale alcuni importanti elementi che avrebbero poi costituito i punti cardine del Sistema di Credito Sociale attualmente in utilizzo. Primo di tutti l’assegnazione di un punteggio da cui dipendono premi e punizioni.

7.2 Il Sistema di Credito Sociale: Revoca e conferimento dei punti

Attualmente il punteggio di Credito Sociale parte da una base di 1.00 punti assegnati a ciascun cittadino come nelle fasi sperimentali. Ed è possibile raggiungere un massimo di 1.300 punti tendendo una condotta meritevole, sino a scendere sotto i 600 punti se non si osservano le regole.

Quelli mostrati in figura e segnati in verde sono comportamenti che ti permettono di guadagnare punti, mentre quelli segnati in rosso sono invece quegli atteggiamenti che ne comportano una perdita. Ovviamente sono solo alcuni esempi di ciò che influisce sul conferimento o sulla revoca dei punti. Citiamone adesso altri per capire meglio l’influenza e la pervasività di questo sistema di credito.

7.2.1 Revoca dei punti

Una condanna per guida in stato di ebbrezza sarebbe costata 50 punti, avere un figlio senza un permesso di pianificazione familiare avrebbe sottratto 35 punti, il mancato rimborso dei prestiti da 30 a 50 punti, fino ad un massimo di 150 punti se un cittadino si fosse indebitato con banche e privati.

Non solo, tra i comportamenti che influivano negativamente sul punteggio possiamo menzionare il jaywaking, ovvero attraversare al di fuori delle strisce pedonali. Ma anche acquistare frequentemente alcolici al supermercato, poiché secondo gli algoritmi utilizzati poteva indicare e far presagire abusi e dipendenze.

Tra gli altri comportamenti scorretti che comportano una perdita di punti abbiamo:

  • – Imbrogliare nei giochi online
  • – Protestare illegalmente contro le autorità e il governo
  • – Commettere infrazioni stradali.

I punti persi sarebbero potuti essere recuperati solamente al decorrere di un periodo da due a cinque anni, a seconda della regola infranta e della gravità dell’infrazione.

7.2.2 Conferimento dei punti

 È pur vero che affianco ai comportamenti scorretti e sanzionati, vi sono anche dei premi per coloro che si comportano diligentemente. Far parte di associazioni di volontariato, donare il sangue, essere d’aiuto ai più bisognosi e ai poveri permette di ottenere e vedersi accreditare punteggi di credito sociale. Le buone azioni sostanzialmente ti portano ad essere un cittadino migliore.

7.3 Premi e punizioni

Possiamo quindi affermare che i cittadini con un alto punteggio di credito possono godere di privilegi speciali, mentre quelli con punteggi più bassi rischiano di essere considerati e trattati come cittadini di seconda classe.

7.3.1 Premi

Punteggi alti possono portare:

  • – ad un accesso prioritario a scuole private e posizioni lavorative
  • – alla ricezione di prestiti da banche a condizioni favorevoli
  • – ad un trattamento di riguardo nell’utilizzo dei servizi di trasporto pubblici pagando un biglietto ridotto
  • – a servizi a noleggio con deposito gratuito per quanto riguarda bike sharing e car sharing
  • – ad attese ridotte per visite mediche ed ospedaliere
  • – ad un migliore servizio di assistenza sociale
  • – a ricevere promozioni, aumenti e borse di studio più facilmente
  • – ad agevolazioni fiscali

7.3.2 Punizioni

Al contrario punteggi di Credito Sociale bassi possono causare importanti limitazioni, come ad esempio:

  • – la negazione di permessi, licenze o l’accesso ad alcuni servizi
  • – l’impedimento a prenotare biglietti aerei o utilizzare treni ad alta velocità
  • – una minore probabilità di accedere a prestiti bancari
  • – un accesso ristretto e limitato ai servizi di trasporto pubblici
  • – il divieto di accesso a scuole private
  • – la possibilità di acquistare o affittare solamente alloggi governativi a basso costo
  • – l’accesso all’assistenza sociale di base e limitazioni al sistema sanitario

Dunque, i cittadini ritenuti di rango inferiore sono obbligati ad affrontare restrizioni e livelli crescenti di controllo.

8. Black Mirror diventa realtà

Giunti quasi alla fine non ci rimane che riprendere una tematica che abbiamo lasciato aperta all’inizio di questo articolo: il parallelismo tra il Sistema di Credito Sociale cinese e Black Mirror, la serie televisiva britannica.

L’obiettivo che ci si prefigge in questa sede non è quello di fare una recensione dell’episodio, né tantomeno quello di fare un riassunto esaustivo della trama.

Quello che si cerca di fare è lasciare alcuni spunti di riflessione per cercare di sviluppare un pensiero critico verso questa tematica.

Se i vecchi telefilm di fantascienza sembrano ci ormai diventare realtà, come il robot umanoide di L’uomo bicentenario (interpretato da Robin Williams) o le scarpe autoallaccianti di Ritorno al futuro, potremmo affermare che anche la realtà distopica rappresentata da Black Mirror sta diventando sempre più concreta e palpabile.

8.1 Nosedive

Nello specifico ciò che si sta configurando nel nostro quotidiano è ben rappresentato nel primo episodio della terza stagione della serie britannica Black Mirror.

Nosedive, tradotto in italiano con Caduta libera, ci presenta un sistema di punteggio molto simile a quelli sinora presentato. Per tale ragione il paragone è subito lampante.

L’episodio di Black Mirror ci trasporta all’interno di questa “realtà immaginifica” in cui le persone possono valutarsi e vengono giudicate in base alla loro popolarità attraverso un punteggio che va da 0 a 5 punti.

Ecco qui emergere la prima somiglianza con il Sistema di Credito Sociale. Ma andiamo oltre.

Questo sistema di valutazione e la rete di contatti che si viene creando permette di ottenere vantaggi e privilegi, come la possibilità di acquistare residenze più lussuose e biglietti aerei o ottenere posizioni lavorative migliori, per coloro che possiedono punteggi elevati. Mentre costringe a una vita ai margini della società coloro che con azioni ritenute scorrette vedono crollare il loro punteggio.

Ed ecco più un secondo punto di contatto con il Sistema di Credito Sociale Cinese.

Adesso la domanda la rivogliamo a te che stai leggendo. Pensi che un sistema basato sul punteggio di una persona sia un sistema meritocratico ed eticamente sostenibile? O credi invece che sia una parziale limitazione delle libertà fondamentali di un individuo?


9. Fonti

Bernard Marr (2019) Chinese Social Credit Score: Utopian Big Data Bliss Or Black Mirror On Steroids?

Creemers, R (2018) China’s Social Credit System: An Evolving Practice of Control.

Change Magazin – Das Magazin der Bertelsmann Stiftung (2018) Was steckt wirklich hinter Chinas Social Credit System?

Deborah Lupton (2018) Sociologia Digitale, Pearson, edizione italiana a cura di Marco Santoro e Federica Timeto

Enrico Giunta (2020) Il sistema del credito sociale in Cina

Marianne Blomberg (2018) The Social Credit System and China’s rule of law

Riccardo Berti (2019) Il Social Credit System cinese: un esempio di big data al servizio del potere

1 thought on “SCS: il Sistema di Credito Sociale – oltre la sorveglianza.”

  1. Assurdo, non ne avevo mai sentito parlare, meriterebbe di essere approfondito come argomento.
    Solo la Cina può permettere un tale grado di controllo sulle persone.

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